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Anteprima del nuovo anno.

Con sei ore di anticipo rispetto alla mezzanotte italiana, ecco come si presenta dalla Cina il 2018.

Cosa rappresenterà per l’Italia la Cina nel 2018? Belt and road initiative, le esportazioni, le importazioni, quali consumi e quali rapporti con il nostro Paese dopo il recente Congresso del Partito Comunista Cinese?

Un nuovo modello economico, la nuova normalità, per raccontare oggi una crescita più armoniosa  che ha nella tecnologia e nella qualità il punto centrale della propria affermazione. Nelle parole di del Presidente Xi Jinping, una visione chiara: il passaggio dal Made in China al Created in China, con una precisa indicazione di quanto siano maturi i tempi oggi per affermare un ruolo che vede la Cina sempre più protagonista negli scenari internazionali. Alle aziende e istituzioni italiane, così come a quelle occidentali, il compito di trovare un giusto ruolo in questo processo già avviato. Oggi è ancora più importante riuscire a creare impresa in Cina per guardare al mercato cinese, riuscire a lavorare con logiche di gruppo e di sistema paese (cosa che all’Italia non sempre è venuto benissimo).

Il know how di molte imprese italiane e il patrimonio tecnologico sono ancora appetibili per alcuni dei settori strategici sui quali la Cina investirà nei prossimi sette anni. Lo stesso dicasi per settori nei quali l’Italia può essere un punto di riferimento internazionale, ma che non è ancora riuscita a far diventare un modello di riferimento per la Cina; basti pensare al comparto agroalimentare, uno di quelli cresciuto di più nel corso del 2017, ma nel quale tuttora si evidenziano difficoltà sugli standard di sicurezza alimentare nonostante l’attenzione rigorosa di tutta la filiera produttiva.

Quest’anno finalmente in Cina sarà più facile trovare carni e agrumi italiani, se gli sforzi fatti sino ad ora saranno portati avanti con puntualità e convinzione (in tutto questo potrebbe pesare l’incertezza politica in attesa delle prossime elezioni italiane di marzo).

Il trend cinese, anche se è più corretto parlare di “diverse Cine”, segna un aumento dei consumi di circa il +10% all’anno e una base di consumatori appartenenti alla nuova classe media di 250 milioni di individui; per i prossimi 12 anni la prospettiva di crescita di questo bacino è del +35%.

Nel 2017 i valori legati alle produzioni green hanno iniziato a guidare le scelte d’acquisto dei nuovi consumatori cinesi. Un posizionamento per età tra i17 e 27 anni (i millennials e i nativi digitali) che se da un lato vedono nello smartphone lo strumento più utilizzato per gli acquisti, dall’altro sono grandi frequentatori degli spazi urbani dedicati allo shopping: le piazze e i grandi centri commerciali restano un luogo di forte aggregazione sociale.

La Provincia del Sichuan è una di quelle che continuerà a svilupparsi a ritmi più alti di altre, con le due città più importanti, Chengdu e Chongqing, al centro dei grandi investimenti infrastrutturali strategici cinesi. Già fervono i preparativi per gli appuntamenti nei quali la Fondazione Progetto Italia Cina sta lavorando con il Ministero per la Promozione degli Investimenti del Sichuan, il Consolato Italiano di Chongqing e Sichuan expo; il 2018 è l’anno che vede l’Italia quale Paese ospite del Western China International fair che si terrà a Chengdu in autunno. Prima, in marzo, ci sarà la partecipazione al Tangjiu (questo il nome locale della più importante fiera della Cina sul Food & Drink giunta all’88esima edizione). A seguire, in Aprile,  quale organizzatore del Forum per la cooperazione industriale tra Italia e Cina e nei mesi successivi con le conferenze sugli investimenti per la Cina sud occidentale. Un calendario ricco di appuntamenti anche in Italia, a partire dalla nuova sede veronese.

A quali domande si dovrà trovare una risposta in questo nuovo anno?

Vi è ancora una certa complessità nell’affrontare il mercato cinese, dovuta spesso a barriere culturali e linguistiche.

Sarà l’anno nel quale il Made in Italy potrebbe avere la maggiore attenzione, puntando però sul valore intrinseco del prodotto (quali le opportunità o le conseguenze della variazione verso il basso dei dazi per  molte eccellenze manifatturiere italiane?)

L’Italia è il Paese che sta incrementando la propria presenza più di altri paesi europei (si stanno recuperando alcune quote su un mercato affrontato un po’ in ritardo). L’anno che si è chiuso vede un +24% di crescita del comparto vini italiani in Cina (al momento al 5º posto). Saprà l’Italia fare sistema per una promozione sui canali corretti cinesi, magari già a partire dall’appuntamento di Vinitaly a Chengdu a metà Marzo?

La Belt and road initiative continua ad essere il progetto sul quale occorre puntare. Un canale fino al cuore pulsante dell’Europa che potrebbe vedere l’Italia quale Paese centrale per le relazioni anche con il bacino del Mediterraneo grazie alle nuove vie di collegamento terrestri (l’appena inaugurata tratta ferroviaria da Mortara a Chengdu) e marittime (un sistema portuale complementare a quello del Pireo). I corridoi europei sono già maturi per le linee ferroviarie da e verso la Cina.

Quali saranno i settori strategici in Cina ad alto valore aggiunto dove l’Italia potrà guadagnarsi un posto di rilievo?

Quali gli stimoli che i nuovi piani strategici della Cina riusciranno a innescare a livello mondiale?

Ora, però, è tempo di un brindisi.

A metà febbraio, in occasione del Capodanno cinese, avremo già le prime risposte.