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Nicola Longobardo, Trattato sui terremoti: ieri la presentazione del libro del gesuita calatino tradotto per la prima volta dal cinese all’italiano

 

Padre Nicola Longobardo, missionario gesuita in Cina nel XVII secolo: un dialogo su scienza, fede e cultura lungo quattro secoli.

Alla presentazione del libro Nicola Longobardo, Trattato sui terremoti a cura di Silvia Toro e con la prefazione di Francesco Failla, sono intervenuti anche: il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo; il vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri; Luisa Paternico, dell’Università “L’Orientale” di Napoli. Modera il giornalista Mariano Messineo.

Il convegno, che ha visto una partecipazione attenta e numerosa, si è tenuto nel Salone di rappresentanza del Municipio di Caltagirone.

Se in qualche modo la struttura scientifica del trattato potrebbe oggi far sorridere qualche geofisico, quello che è emerso nelle parole degli ospiti e di chi ha curato il progetto, è la grandiosità della figura del gesuita calatino che alla morte di Matteo Ricci divenne superiore della missione pechinese, incarico che mantenne  dal 1610 al 1622 . Un uomo di grande intelligenza supportata da un’umiltà che gli permise di diventare parte di un mondo distante, anche culturalmente, dalla sua Sicilia. Un pensiero che trascende la visione scientifica per andare ad indagare il senso profondo della morte e del significato del male.

Un dialogo, dicevamo, tra fede e scienza, che potrebbe essere sintetizzato in questo pensiero, ahimè ancora attualissimo:”poiché le persone dimenticano tutto, gestiscono solo attività terrene fallaci e di breve durata e per questa ragione, quando tra le cose della natura si verifica una condizione particolare, il Creatore fa sì che le persone messe in allerta esaminino la loro coscienza e rapidamente diventino oneste”.